Il mio istruttore di tennis, un trentenne francese, non ha uno smartphone. Del tutto. È una scelta intenzionale. Passa tutta la giornata nel club e, si pensa, dovrebbe averne uno (fissare un appuntamento su iCal, ricevere un messaggio su WhatsApp da un’allievo in ritardo, leggere notizie al pranzo, prendere e condividere una foto,..), ma non ce l’ha. Resta raggiungibile con il suo cellulare semplice per chiamate e SMS — che altro? A casa ha e-mail e internet, ma fuori no, solo un cellulare bi base.
Anche non è presente sulle reti sociali, da nessuna parte. Invece, vive la vera vita e apparentemente la gode interamente: comunica con la gente in modo reale, prova vere emozioni umane e non si lamenta.
Si direbbe: con un lavoro socio-centrico per eccellenza è naturale per lui essere online. Ma no. Va perfettamente bene senza. La persona è libera dai “likes” e dalla pressione sociale. Confermo con molto rispetto: essere giovane e vivere nel mondo reale è ancora possibile nel 2017.